mercoledì 26 novembre 2014

CORONA ANGELICA

Questa bellissima preghiera fu rivelata dallo stesso Arcangelo Michele alla serva di Dio Antonia de Astonac in Portogallo.
Il Principe delle schiere Celesti apparve alla Serva di Dio e le disse che voleva essere onorato con nove invocazioni in ricordo dei nove Cori degli Angeli.
L'Arcangelo inoltre promise di ottenere dal Signore che:
  • colui che l'avesse venerato con la recita di questa coroncina prima della Comunione, sarebbe stato accompagnato alla sacra Mensa da un Angelo di ciascuno dei nove Cori;
  • chi l'avesse recitata ogni giorno avrebbe avuto la particolare assistenza sua e di tutti gli Angeli santi durante la vita e in Purgatorio dopo la morte.
Benché le rivelazioni non siano state ufficialmente riconosciute dalla Chiesa, questa pia pratica si diffuse tra i devoti dell'Ar­cangelo Michele e dei santi Angeli e il Sommo Pontefice Pio IX fece arricchire di numerose indulgenze questo pio e salutare esercizio.


Preghiamo con la Corona Angelica

Nel nome del Padre e del Figlio
e dello Spirito Santo. Amen.

O Dio, vieni a salvarmi.
Signore, vieni presto in mio aiuto.

Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.
Come era nel principio ora e sempre,
nei secoli dei secoli. Amen.

S. Michele Arcangelo, difendici nella lotta,
per essere salvati nell'estremo giudizio.

Ad intercessione di S. Michele Arcangelo
e del celeste coro dei Serafini,
ci renda il Signore degni della fiamma di perfetta carità.
Padre nostro e tre Ave o Maria
al 1° Coro Angelico.

Ad intercessione di S. Michele Arcangelo
e del Coro celeste dei Cherubini,

voglia il Signore darci la grazia di abbandonare la vita del peccato e correre in quella della cristiana perfezione.
Padre nostro e tre Ave o Maria

al 2° Coro Angelico.

Ad intercessione di S. Michele Arcangelo
e del sacro Coro dei Troni,

infonda il Signore nei nostri cuori lo spirito di vera e sincera umiltà.
Padre nostro e tre Ave o Maria

al 3° Coro Angelico.

Ad intercessione di S. Michele Arcangelo
e del coro celeste delle Dominazioni,

ci dia grazia il Signore di dominare i nostri sensi e correggere le corrotte passioni.
Padre nostro e tre Ave o Maria

al 4° Coro Angelico.

Ad intercessione di S. Michele Arcangelo
e del celeste Coro delle Potestà,

il Signore si degni di proteggere le anime nostre dalle insidie e tentazioni del demonio.
Padre nostro e tre Ave o Maria

al 5° Coro Angelico.

Ad intercessione di S. Michele Arcangelo
e del Coro delle ammirabili Virtù celesti,

non permetta il Signore che cadiamo nelle tentazioni, ma ci liberi dal male.
Padre nostro e tre Ave o Maria

al 6° Coro Angelico.

Ad intercessione di S. Michele Arcangelo
e del Coro celeste dei Principati,

riempia Dio le anime nostre dello spirito di vera e sincera obbedienza.
Padre nostro e tre Ave o Maria

al 7° Coro Angelico.

Ad intercessione di S. Michele Arcangelo
e del Coro celeste degli Arcangeli,

ci conceda il Signore il dono della perseveranza nella fede e nelle opere buone.
Padre nostro e tre Ave o Maria

al 8° Coro Angelico.

Ad intercessione di S. Michele Arcangelo
e del Coro celeste di tutti gli Angeli,

si degni il Signore concederci di essere da essi custoditi nella vita presente e poi introdotti nella gloria dei cieli.
Padre nostro e tre Ave o Maria

al 9° Coro Angelico.

Un Padre nostro a San Michele.

Un Padre nostro a San Gabriele.

Un Padre nostro a San Raffaele.

Un Padre nostro all’ Angelo Custode.

Preghiamo. Onnipotente, sempiterno Dio, che con prodigio di bontà e misericordia, per la salvezza degli uomini hai eletto a Principe della tua Chiesa il glorioso San Michele, concedici, mediante la sua benefica protezione, di essere liberi da tutti i nostri spirituali nemici. Nell'ora della nostra morte non ci molesti l'antico avversario, ma sia il tuo Arcangelo Michele a condurci alla presenza della tua divina Maestà. Amen.

Questa preghiera può essere pregata senza nessuna particolare coroncina ma è utile utilizzare la coroncina angelica vera e propria.



E' formata da nove parti, ciascuna di tre grani per le Ave Maria, preceduti da un grano per il Padre nostro. I quattro grani che precedono la medaglia con l'effigie di San Michele Arcangelo, ricordano che dopo l'invocazione ai nove Cori angelici bisogna recitare ancora quattro Padre nostro in onore dei Santi Arcangeli Michele, Ga­briele e Raffaele e del Santo Angelo custode.

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giovedì 20 novembre 2014

IL LIMONE

Il limone è un albero da frutto e con lo stesso nome ci si riferisce anche al suo frutto.
Non si sa bene di dove sia originario ma si pensa sia proveniente dalla Cina dove veniva coltivato già nel 960 d.C.
Anche gli  antichi romani lo conoscevano e infatti è presente in alcuni mosaici a Cartagine e a Pompei. Gli alberi di limoni furono utilizzati inizialmente dagli arabi come piante ornamentali mentre in Europa la prima coltivazione di limoni è stata avviata in Sicilia dopo il X secolo e nel XV a Genova.
Nel 1747 un medico scozzese scoprì che il succo di limone era molto utile nella cura dello scorbuto.
Un albero di limoni raggiunge i 3-6 metri di altezza, i suoi germogli e i suoi petali sono bianchi e violetti.
Il frutto del limone
è giallo all'esterno e quasi incolore all'interno, di forma perfettamente sferica ma anche ovale, con una protuberanza nella parte attaccata all'albero e appuntito all'altra estremità. La buccia può essere da molto ruvida a liscia a seconda delle varietà ed è foderata all'interno da uno strato bianco spugnoso detto albedo.
Se il clima è favorevole, il limone rimane fiorito per almeno due mesi e fruttifica due volte l'anno. I limoni possono rimanere attaccati ai rami anche per due mesi prima di essere raccolti.
E' la fioritura primaverile che da i frutti migliori e la raccolta dura tutto l'inverno, da novembre ad aprile-maggio. La seconda fioritura avviene in agosto-settembre per raccogliere i frutti da maggio in poi. Un albero può dare da 600 a 800 frutti in un anno.I limoni sono coltivati in tutto il mondo in innumerevoli varietà ma la differenza è solo nell'aspetto esteriore, mentre rimangono inalterate le loro qualità alimentari.
Sono poco conosciute le varietà del limone rosso e del limone dolce che danno frutti sempre aspri, ma abbastanza dolci da poter essere mangiati come frutta fresca. Quando questi limoni maturano e si deteriorano nel giro di due o tre giorni, per cui vengono consumati dalla popolazione locale e rimangono sconosciuti su un mercato più vasto.
Spesso si fa distinzione tra limoni gialli e verdi, ma si tratta di una distinzione commerciale, perché questi due tipi crescono sullo stesso albero: il limone verde è il prodotto della fioritura estiva con
buccia sottile e verde e polpa molto succosa; può durare per lungo tempo e sopporta bene trasporti e sbalzi di temperatura, per cui viene esportato in tutto il mondo, mentre i limoni invernali, quelli gialli, vengono destinati ai mercati più vicini. 
In Italia il limone si coltiva a scopo produttivo principalmente nel Meridione: Sicilia, Calabria e Campania.
La buccia del limone può raggiungere il 40% del peso complessivo e questo spiega il perché il frutto non viene coltivato solo per il succo. Dalla buccia, molto apprezzata per la produzione di canditi si ottengono anche essenze e pectina mentre dai semi si ottiene l'olio.
Con la buccia del limone si produce anche un ottimo liquore: il Lemoncello nato in Campania e oggi diffuso in tutto il mondo.La parte del frutto più comunemente utilizzata è il succo e viene usato come ingrediente di vari alimenti e bevande in particolare la limonata. 
Dalla buccia si ottiene anche l'olio essenziale di limone molto usato in cucina e in profumeria.
Anche in farmacologia il limone è molto utile (specie il succo e la scorza) come antiemorragico, disinfettante, astringente, contro la diarrea e per abbassare il glucosio nel sangue. 
Nell'aromaterapia viene usato come rinfrescante, tonico per la circolazione, battericida, antisettico, per abbassare la pressione arteriosa, eliminare le verruche e i calli, attenuare l'infiammazione delle gengive, curare artrite e reumatismi, raffreddore, vene varicose e influenza. 
Valori nutrizionali
100 g di polpa di limone contengono:
35-56 kcal

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mercoledì 12 novembre 2014

FESTA DEI PIRATI 3: VESTITO, BANDANE, MANICHINI

Continuiamo a parlare di festa di pirati...
Questa volta ci dedichiamo ai vestiti!
Il mio pirata si è messo in testa che per la sua festa doveva vestirsi da Capitano...e così armata di ago, filo e pazienza è venuto fuori un vestito su misura!!!!!
In realtà alcune cose le ho riciclate  da altri vestiti di carnevale...
Il mio piccolo pirata
Una bella camicia di raso bordata di merletto e un paio di pantaloni in panno rosso vengono dritti dritti da un vestito di moschettiere, così come i copriscarpe a forma di stivali (che in realtà ha tenuto circa 10 minuti!).
A questo ho aggiunto una cintura di stoffa annodata ai fianchi, un gilet lungo ornato con una bella passamaneria dorata e un cappello di panno con tanto di teschietto piratesco...tutto rigorosamente fai da te!!!!
...scimitarra, moschetto e uncino racimolati per pochi euro in un negozio di giocattoli...
La cosa che non mi entusiasmava tanto era vedere il mio piccolo vestito a tema in mezzo ai suoi amici vestiti "in borghese"...e allora un lampo di genio...e se consegnassimo ai piccoli invitati un segno distintivo? Magari una bandana? Detto...fatto!
Nello stesso negozio di articoli per dolci e feste di compleanno ho trovato delle tovagliette (i cosiddetti coprimacchia) in TNT (tessuto non tessuto) molto economiche e soprattutto che non necessitano di rifiniture lungo i bordi. Ho tagliato queste tovagliette in triangoli sufficienti per fasciare la testa dei bambini e ho creato delle belle bandane nere per i maschietti e rosse per le femminucce.
In più ho dato loro la possibilità di sentirsi dei veri pirati fotografandosi dietro un manichino vestito da pirata dal quale facevano spuntare la testa...
Anche per questo lavoro non è stato necessario chissà quale investimento...un piede di ventilatore per reggere un appendiabiti sul quale ho "costruito" un vestito da pirata da un lato e uno da piratessa a lato opposto. Tutto realizzato con carta crespa e spillatrice!
I bambini si sono molto divertiti a farsi fotografare con questo abito e in più questo momento è servito per riempire il vuoto nell'attesa che arrivassero tutti e i giochi cominciassero...
 ...ecco due piccoli pirati con bandane e vestiti!!!!!

Alla prossima!!!! 

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martedì 4 novembre 2014

LA VANIGLIA

La vaniglia è un'orchidea originaria del Messico; i suoi frutti, comunemente chiamati baccelli, producono la spezia conosciuta come vaniglia. Il suo nome deriva dello spagnolo vainilla che deriva a sua volta dal latino vagina, che significa guaina o baccello.
La pianta della vaniglia è f
lessibile e poco ramificata come una liana e forma dei lunghi rametti morbidi  che si arrampicano per più di dieci metri. Le foglie si trovano lungo i lati del gambo e sono piatte, ovali con la punta aguzza e possono raggiungere la misura di quindici centimetri. Il gambo e le foglie sono verdi e contengono un succo trasparente e irritante che provoca sulla pelle delle scottature e prurito. I fiori formano dei piccoli bouquet di otto dieci pezzi, sono bianchi, verdastri o giallo pallido ed hanno la forma classica di un fiore d'orchidea. I baccelli hanno un diametro da 7 a 10 millimetri e contengono migliaia di semi minuscoli e, se non raccolti ancora verdi, esplodono liberandoli nel terreno circostante.
La vaniglia è originaria delle foreste tropicali umide della costa orientale messicana dove cresce spontanea nel sottobosco ma è conosciuta soprattutto come pianta coltivata.
Per crescere ha bisogno di un clima caldo e umido, di un supporto d'ancoraggio e di una certa ombra; nel sottobosco si utilizzano come supporti i tronchi degli alberi mentre nelle serre si coltiva insieme alle canne da zucchero alle quali si àncora.
La trasformazione dei frutti nell'aroma di vaniglia necessita una preparazione minuziosa.
Il metodo più semplice, chiamato preparazione diretta, consiste nel lasciar maturare il baccello alternandone l'esposizione all'ombra e al sole, ma i risultati non sono ottimali. Per questo motivo si utilizza sempre più spesso la preparazione indiretta che consiste nel provocare uno choc che arresta la vita vegetativa del baccello seguito dall'essiccazione e da una lavorazione che dura circa dieci mesi e dal quale si ottiene il bastoncino di vaniglia che si trova in commercio. Un baccello di qualità deve poter essere attorcigliato a un dito senza danneggiarsi mentre le qualità meno pregiate vengono destinate al commercio all'ingrosso, per il mercato alimentare industriale o sono utilizzate per la preparazione dell'estratto di vaniglia o la polvere di vaniglia.
La produzione mondiale annuale di vaniglia, è di circa 12.000 tonnellate e proviene in prevalenza da Madagascar e Indonesia.
Esistono diverse varietà di Vaniglia:
Vaniglia Bourbon: lunghi baccelli della vaniglia dell'isola Reunion di una qualità eccezionale. Per evitare la perdita dell'olio essenziale è richiesta al produttore una lunga esperienza. La vaniglia Bourbon si sposa perfettamente con la cannella, l'anice, i chiodi di garofano, lo zenzero e il cardamomo.
Vaniglia Tahiti: baccello di colore marrone scuro, molto carnoso, spesso e lungo anche 15–18 cm). Il profumo della vaniglia Tahiti è delicato e caldo, zuccherato come un pan di spezie, nello stesso tempo sviluppa una nota fruttata alla prugna. Il prezzo della vaniglia Tahiti è molto elevato, dovuto a una produzione mondiale molto limitata.
Vaniglia Tahitensis: baccello della vaniglia di colore marrone scuro, carnoso, spesso lungo anche 18–19 cm. Il profumo della vaniglia Tahitensis è speziato, caldo, con un nota di anice. La vaniglia Tahitensis prodotta in Papua Nuova Guinea è considerata tra le migliori vaniglie al mondo.
Oltre che in cucina viene usata molto in cosmesi e profumeria.
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lunedì 3 novembre 2014

SCUOLA DI TRUCCO 3: LE PROPORZIONI DEL VISO

Quando ci si guarda allo specchio o si osserva con attenzione il viso di qualcuno, spesso ci si trova a dire questo è troppo grande, troppo piccolo, troppo largo, troppo stretto...ma rispetto a quale criterio?
Leonardo da Vinci, osservando i volti con caratteristiche tipiche della razza europea aveva stilato una "Regola per le proporzioni" del viso.
Di seguito trovate l'immagine che ho elaborato per avere una visione più chiara di quello che spiegherò.
Secondo Leonardo, in un viso dalle proporzioni classiche:
  • i due occhi hanno la stessa larghezza (A) che è uguale alla distanza che c'è tra loro (B);
  • la distanza tra gli occhi (B) è uguale alla larghezza del naso;
  • gli occhi si trovano a metà circa di tutto il viso;
  • la larghezza della bocca corrisponde con la distanza tra le iridi (D);
  • la parte alta del padiglione dell'orecchio (E) è alla stessa altezza delle sopracciglia;
  • il lobo dell'orecchio si trova alla stessa altezza della punta del naso (F);
  • la distanza dall'attaccatura dei capelli (C) alle sopracciglia (E) è uguale alla distanza tra queste e la punta del naso (F) e tra questa e il mento (G);
  • il viso disegna un perfetto ovale (H).
A questo punto la maggior parte di voi ha già lo specchio in mano e inizia a misurare il proprio viso...e la maggior parte di voi sta andando già in paranoia...perché non corrisponde niente o quasi...
Tranquillizzatevi!!!!!
E' davvero raro trovare un viso perfetto come quello descritto da Leonardo ma è altrettanto vero che non sempre quello che non è perfetto non è bello da guardare.
Molte persone (anche tanti personaggi famosi) hanno un fascino particolare dovuto proprio ad una irregolarità che ne conferisce un aspetto unico e caratteristico.
Allo stesso modo ci sono persone con delle regolarità nelle proporzioni che per il taglio di occhi, la forma, il colore dell'incarnato possono risultare disarmoniche e non piacevoli.
Il segreto sta nel saper riconoscere i propri "difettucci" e minimizzarli magari mettendo in risalto le "perfezioni"...insomma distogliere lo sguardo da ciò che non ci piace per attirarlo su quello che ci piace in noi!!!!!

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