martedì 25 dicembre 2018

PREGHIERA A GESU' BAMBINO


Questa notte nel mio lettino,
pregherò Te, Gesù Bambino.

Dona, Ti prego, il tuo perdono
a tutti quelli che buoni non sono.

Alla mia mamma e al mio papà
dona, Ti prego, felicità.

A tutti quelli cui voglio bene,
fa che leggere siano le pene.

Fa che gli uomini d’ogni colore
trovino sempre soltanto amore.

Amen.

lunedì 24 dicembre 2018

CALENDARIO DELL'AVVENTO CON MARIA: 24 DICEMBRE



24 – IL BAMBINO CHE E’ NATO NELLA NOTTE

La stella brilla sulla stalla di Betlemme. E’ notte. Il bambino è nato. Gesù, il Salvatore del mondo, è venuto al mondo.
Maria avvolge il bambino nelle fasce che fortunatamente ha portato con sé e lo mette nella mangiatoia. Giuseppe l’ha trovata in un angolo della stalla; l’ha pulita e riempita di paglia fresca. Così il bambino ha un posto semplice ma comodo in cui stare.
Giuseppe sospira e pensa: “Avevo immaginato diversamente la nascita di questo bambino, ma si deve sempre fare quel che Dio vuole”. Il bambino guarda Giuseppe con i suoi occhioni, come se volesse dire: “Non preoccuparti, Giuseppe, è andato tutto bene. Vengo da Dio. Egli mi proteggerà”.
Maria è felice per il bambino. E’ sano e forte. Anche lei si sente molto bene. Prima di tutto è sollevata per aver superato bene il parto. La stalla è calda e accogliente. L’asino segue tutto quello che accade con uno sguardo curioso. Guarda sempre nella mangiatoia. Non vuole lasciarsi sfuggire nulla.
Questa notte non si dorme più molto. Non passa molto tempo, che Maria e Giuseppe sentono un trambusto provenire da fuori. Si sente un calpestio di piedi e un mormorio. Sono i pastori. Bussano piano alla porta della stalla e chiedono: “E’ qui il bambino che è appena venuto al mondo?”.
Giuseppe prende la lampada a olio e apre la porta. “Si”, risponde, “il bambino che è nato stanotte è qui. Entrate a vederlo!”. I pastori scuotono la neve dalle loro scarpe pesanti e dalle loro spalle ed entrano con cautela nella stalla. Il bambino apre gli occhi e li guarda.
Si, è un bambino tutto speciale. I pastori se ne rendono conto e si sentono interpellati da quello sguardo. Simone tira fuori il flauto dalla tasca e suona la melodia più bella che conosce. Giacobbe regala a Maria la sua pelliccia di pecora. “Per il bambino”, le dice piano.
Anche gli altri pastori hanno portato qualcosa da regalare al bambino: formaggio, focacce, miele, fichi secchi e datteri. I pastori sono poveri, queste cose hanno per loro un grande valore.
Il sole inizia a sorgere quando i pastori se ne vanno, dopo aver fatto tanti auguri al bambino e ai suoi genitori, Giuseppe e Maria.

domenica 23 dicembre 2018

CALENDARIO DELL'AVVENTO CON MARIA: 23 DICEMBRE



23 – I PASTORI E L’ANGELO

Infine tutti i pastori vanno nella stalla a dormire. Stanotte veglia Simone. Bada che il fuoco non si spenga. Si siede su una pelle di pecora e osserva il cielo. Il vento spazza via in fretta le nubi. Tra le nubi si vedono sempre più stelle. Le riconosce chiare e distinte.
E’ una notte meravigliosa, una notte speciale, pensa Simone. A un tratto non sente più freddo. E’ come se le stelle lo scaldassero con la loro luce.
Simone pensa: “Tutti i pastori devono farne esperienza. Devo svegliarli!”. E nel bel mezzo della notte suona un motivo allegro con il suo flauto per svegliare i pastori. “Simone, perché ci svegli nel mezzo della notte? Vogliamo dormire!”, brontolano i pastori. “Dovete venire a vedere”, esclama emozionato Simone, “la notte è straordinaria, è proprio meravigliosa!”.
Mentre tutti procedono insonnoliti all’aperto, ben imbacuccati nelle loro pellicce di pecora, improvvisamente diventa chiaro come il giorno. I pastori si spaventano. Hanno paura. Si stringono nel loro mantelli e nelle loro pellicce, alcuni cadono a terra.
Sentono una voce che esclama: Non abbiate paura, pastori. Vi annuncio una grande gioia! E’ nato il re di tutto il mondo, in una stalla. Andate in fretta a Betlemme! Là troverete un neonato avvolto in fasce. Rallegratevi! La pace sia con voi e con tutti gli uomini!”.
I pastori non sanno più se sono svegli o sognano, o se li ha colpiti un fulmine dal cielo. Restano a lungo a bocca aperta, meravigliati.
Il pastore anziano ritrova per primo la parola: “Conosco questa storia. L’ho sentita raccontare da mio padre, che a sua volta l’aveva appresa dal suo: la stella e il bambino che salverà il mondo. Viviamo oggi la notte santa e benedetta. Sì, è così! Venite, andiamo a Betlemme e cerchiamo il bambino. Dobbiamo seguire la stella”.

sabato 22 dicembre 2018

CALENDARIO DELL'AVVENTO CON MARIA: 22 DICEMBRE



22 – LA NEVE SUI MONTI

Fa freddo. Il vento soffia dal monte sui pastori. Essi portano le pecore ai pascoli che si trovano più in basso e sono riparati. Là vi sono anche stalle in cui tenere gli animali al coperto e dove trascorrere la notte. Si avvolgono in mantelli e accendono un grande fuoco.
Con questo vento non è così facile accendere un fuoco, ma alla fine il fuoco arde forte e caldo. I pastori si siedono accanto al fuoco per riscaldarsi e mangiare. Questa sera le pecore sono irrequiete. Un pastore deve continuamente andare da loro per tenerle unite.
Nubi spesse e scure si levano nel cielo. L’oscurità giunge ancora prima del solito. “Presto pioverà”, dice uno dei pastori, “è meglio che andiamo nella stalla, prima che ci bagniamo tutti”. Ma il pastore anziano dice: “Restiamo ancora un poco, non pioverà; per questo fa troppo freddo. C’è aria di neve”.
Mentre tutti vogliono fiutare la neve, i primi fiocchi scendono dal cielo. Giacobbe è entusiasta; gli sembra bello. Stende le mani per prendere i fiocchi di neve. Sembrano stelline “Adesso non possiamo vedere la stella luminosa nel cielo, ma cadono dal cielo stelline di neve”, dice Giacobbe e si rallegra.
Occorre sapere che in Israele nevica di rado, solo sui monti più alti. Il pastore anziano nella sua lunga vita ha già visto la neve diverse volte; i pastori più giovani invece vedono la neve per la prima volta. La neve ricopre delicatamente i pascoli in pianura, tutto sembra incantato. Prima che smetta di nevicare, i pastori vanno nella stalla. Adesso sono bagnati fradici e sentono freddo. Quando stanno per chiudere la porta, scorgono uno squarcio tra le nubi. E con loro grande gioia una luce brillante appare tra le nubi: la nuova stella brilla argentea e chiara attraverso un pezzo di cielo.

venerdì 21 dicembre 2018

CALENDARIO DELL'AVVENTO CON MARIA: 21 DICEMBRE



21 – IL GIOVANE PASTORE, L’AGNELLO E IL LEONE

La regione in cui si trova Betlemme è collinosa. Non è lontana dai monti brulli. Là vi è pericolo. Vi sono bestie selvatiche. Bisogna sapersi orientare bene, se si vuole uscirne.
Giacobbe, il pastore più giovane, è incantato dalla stella. Starebbe a guardarla per tutta la notte. Ora ha un’idea. Dice agli altri pastori: “Oggi pomeriggio salirò sul monte. Così sarò più vicino al cielo e alle stelle”. Gli altri pastori non trovano l’idea così buona: “Non andare sul monte di sera. E’ troppo pericoloso. Quando diventerà buio non vedrai più niente e inoltre sui monti abitano bestie selvatiche!”.
Ma Giacobbe non si lascia dissuadere. Prende acqua e bastone e si mette in cammino. Percorre la collina a grandi passi. Di tanto in tanto gli capita di sentire un fruscio o un rumore d’acqua. Giacobbe si guarda intorno guardingo. E all’improvviso gli corre incontro una pecora, ancora agnello. L’ha seguito per tutto il tempo.
Così Giacobbe non è più solo. L’agnello lo segue agilmente. Presto giunge alla meta. Giacobbe e l’agnello iniziano a salire il monte. Ci sono molte pietre e diventa sempre più ripido. Solo un piccolo sentiero porta in cima. A questo punto l’agnello è in difficoltà. Incespica tra le pietre e infine si ferma. Giacobbe sistema l’agnello sulle sue spalle e procede con cautela. “Prima che sia buio e che brillino le stelle saremo in cima”, dice al suo piccolo amico.
Improvvisamente Giacobbe sente un forte rumore. Rotolano giù pietre e ciottoli e la caduta di un grosso blocco di pietra produce un rimbombo. Giacobbe si ferma a guardare e resta pietrificato dalla paura: un leone si avvicina da dietro il masso! Giacobbe lo ha disturbato.
Il leone emette un ruggito spaventoso e scuote la sua maestosa criniera. Giacobbe si accorge che l’agnello sulle sue spalle trema come una foglia. Anche lui è molto spaventato. Non mostrare nessun timore, pensa fra sé.
Il leone si ferma davanti a Giacobbe e lo scruta. Con l’agnello sulle spalle e il bastone, Giacobbe reagisce da forte. Punta i piedi a terra e fissa lo sguardo sul leone. Così si guardano entrambi a lungo.
Forse in questo momento il leone non ha fame. In ogni caso, dopo un certo tempo si volta lentamente e se ne va tra le rocce. Giacobbe resta ancora immobile, finchè il leone sparisce; poi deve innanzitutto sedersi, tanto gli tremano le ginocchia. L’agnello si stringe a lui.
Adesso è di nuovo tranquillo. Giacobbe sente battere solo il suo cuore, che si riprende pian piano dopo lo spavento.
Restano seduti per un bel po’, finchè diventa buio. Ora Giacobbe vede una grande luce brillante, la nuova stella meravigliosa su Betlemme. Stanotte sembra ancora più bella e più brillante.
Giacobbe continua lentamente il suo cammino. Non salgono più sulla cima del monte. Il cielo stellato rende la notte così chiara che riescono a trovare facilmente la via che li conduce dai pastori.

giovedì 20 dicembre 2018

CALENDARIO DELL'AVVENTO CON MARIA: 20 DICEMBRE



20 – I PASTORI
Intorno alla cittadina di Betlemme vi sono molti campi e prati, sui quali i pastori fanno pascolare le loro pecore e le loro capre. Specialmente d’inverno, quando piove e c’è erba fresca, i pastori si sistemano là con gli animali.
I pastori costituiscono un piccolo gruppo particolare di persone e conducono la loro vita fuori dalle città e dai villaggi. Non abitano in case, ma si spostano su territorio con le loro pecore. Hanno poco denaro, perciò si può dire che sono poveri.
Ma nello stesso tempo sono ricchi, perché vivono a contatto con la natura. Stanno sempre all’aria aperta con il loro gregge. Conoscono tutti gli animali, anche i più piccoli. Conoscono tutti i buoni pascoli e tutte le strade, perfino i sentieri più stretti. La sera, o quando fa freddo, accendono il fuoco. Poi si siedono intorno al fuoco, cuociono focacce sulle pietre calde e mangiano formaggio pecorino.
Spesso i pastori suonano il flauto. Raccontano anche volentieri storie, quando la sera si siedono intorno al fuoco. Molte volte rimangono in silenzio, a rimirare l’evoluzione delle fiamme, e guardano il cielo stellato. Anche oggi i pastori sono taciturni.
Un pastore anziano osserva il cielo. Vede una stella particolarmente luminosa, brillante e dice agli altri: “Guardate quella stella luminosa sopra Betlemme. Non l’ho mai vista”. “Neanche noi”, rispondono gli altri, meravigliati.
Anche i pastori conoscono bene le stelle. Tutte le sere si siedono sotto il cielo stellato e lo osservano. Il pastore anziano inizia a raccontare lentamente e quasi con solennità agli atri pastori seduti e stupiti: “Quando ero bambino una volta ero da queste parti a badare alle pecore con mio nonno. Eravamo seduti vicino al fuoco a scaldarci. “Gionata”, mi disse, “guarda le stelle. Ve ne sono innumerevoli, e ognuna ha una sua storia. Ma un giorno brillerà nel cielo una nuova stella più luminosa: allora nascerà un bambino speciale. Sarà il Salvatore, che farà del bene al mondo intero. E si siederà sul trono di Davide. Così è scritto nei libri sacri”.
I pastori sono diventati ancora più silenziosi, così silenziosi che possono sentire il respiro delle pecore. Prima stanno semplicemente seduti insieme e si guardano l’un l’altro. Poi un pastore dice: “Anche mio padre mi ha raccontato questa storia. Forse è proprio la stella di cui ci hanno parlato. Allora giungerà un bel periodo per noi”. “Si, ma sul trono di Davide. Che re sarà? Noi abbiamo già un re, il re Erode a Gerusalemme”, obietta un altro. E’ vero.
Ma i pastori non possono soffrire il re Erode, perché non è buono con il suo popolo. I pastori si consultano e giungono alla conclusione che questo nuovo re deve essere molto più importante del re Erode; infatti questi non ha una stella propria.
Il pastore più giovane, che si chiama Giacobbe, prende il suo flauto e inizia a suonare un motivo meraviglioso. I pastori srotolano le loro stuoie, si avvolgono nei mantelli e si sistemano accanto al fuoco per dormire. Adesso il fuoco è meno vivace e cova ancora sotto la cenere. Giacobbe, il più giovane, questa notte sta di guardia.

mercoledì 19 dicembre 2018

CALENDARIO DELL'AVVENTO CON MARIA: 19 DICEMBRE



19 – LA STELLA E I TRE MAGI
Quando non ci sono nuvole, di notte si possono vedere molte stelle che brillano nel cielo. Vi sono uomini che studiano le stelle. Conoscono tutte le costellazioni e sanno il nome dei singoli pianeti. Osservano il cielo stellato con estrema attenzione e scoprono ogni cambiamento.
Al tempo della nascita di Gesù il cielo indicava una nuova, grande stella. Molte persone videro quella stella e si meravigliarono per la sua luce sfavillante.
Molto lontano da Betlemme e dalla Palestina, in Persia o ancora più lontano, vivono tre uomini sapienti: si chiamano Gaspare, Melchiorre e Baldassarre e sono astronomi.
Scorgono la nuova stella brillante e subito riflettono sul suo significato. Consultano antichi libri complessi e cercano da altri sapienti una risposta alla loro domanda: che significato ha questa stella?
Alla fine trovano una soluzione: questa stella meravigliosa annuncia la nascita di un re grande, speciale. I tre saggi decidono di andare senz’altro da questo re per salutarlo e offrirgli i loro omaggi. Nulla li può più trattenere nella loro patria. Per questo caricano i loro cammelli e i loro elefanti di doni per il nuovo re e si mettono in viaggio, sempre seguendo la stella.
Il viaggio è lungo, ma il cielo è limpido, e così non perdono di vista le stelle. Chiedono a tutte le persone che incontrano informazioni sul nuovo re e indicano loro la stella.
Molti giorni dopo la stella li conduce in Giudea e a Betlemme. Là riprendono a cercare. Infatti non avrebbero mai pensato che il piccolo re potesse nascere in una stalla.

martedì 18 dicembre 2018

CALENDARIO DELL'AVVENTO CON MARIA: 18 DICEMBRE



18 – IN VIAGGIO VERSO BETLEMME

Maria, Giuseppe e l’asino si sono messi in viaggio verso Betlemme. Fitte nuvole oscurano il cielo. Adesso fanno una sosta sotto un fico. Ricomincia a piovere. Si riparano sotto il tetto di foglie.
Maria e Giuseppe mangiano le olive, il formaggio e il pane che hanno portato da casa. L’asino mangia l’erba fresca che è cresciuta intorno all’albero. “Betlemme è ancora lontana?”, chiese Maria. “Ci vuole ancora un bel pezzo”, risponde Giuseppe, “ma entro stasera ci fermeremo”.
Maria gradirebbe moltissimo un letto in cui riposare. E’ stanca e avverte che non manca molto alla nascita del suo bambino. Per questo suggerisce di proseguire. La pioggia e il vento rendono il cammino faticoso. L’asino procede ancora sempre con costanza, sebbene abbia portato Maria già per un lungo tratto.
Infine vedono Betlemme, che si trova tra i campi.  Lungo la strada incontrano alche altri viaggiatori, diretti come loro a Betlemme. La stessa Betlemme è affollata: persone, mercanti e viaggiatori che come Giuseppe sono venuti per il censimento, si accalcano per le strade. Soprattutto i cammelli carichi di pesi emettono i loro versi e ostacolano il cammino.
Giuseppe conduce l’asino su cui è seduta Maria dietro a un cammello. Infine giungono a una fonte, dove vengono abbeverati gli animali e dove anche le persone placano la sete.
Qualcuno offre a Maria una brocca piena d’acqua, ed ella beve abbondantemente. Anche Giuseppe beve, e gocce d’acqua scorrono sulla sua barba nera. Guarda Maria sorridendo: finalmente sono giunti alla meta, a Betlemme.
Ma presto iniziano le difficoltà. Tutti i forestieri hanno bisogno di un letto per dormire. Gli albergatori si rallegrano per i buoni affari. Chi può pagare bene riesce a trovare un letto. Chi ha poco denaro e non può pagare molto, deve cercare una sistemazione.
Giuseppe si dà molto da fare per cercare un alloggio. Purtroppo non ha la fortuna di trovare un vero letto, ma un uomo cordiale ha un’idea: “So di una stalla che appartiene a un contadino gentile, fuori città. Là potrete riposarvi. Vi conduco io”, dice l’uomo.
Giuseppe si rivolge a Maria con aria interrogativa. Maria annuisce e risponde subito: “Grazie, veniamo volentieri”. Così si recano insieme alla stalla.
Il contadino al quale appartiene la stalla guarda Maria ed è subito d’accordo. Sistema molta paglia asciutta a terra. Giuseppe stende una stuoia e Maria, che è sfinita, vi si adagia subito. Giuseppe si occupa anche dell’asino e poi si sdraia sulla paglia accanto a Maria.
Con un po’ di tristezza le dice: “Non siamo certo ricchi”. Maria replica, già mezzo addormentata: “Qui è un bel posto. Siamo all’asciutto, sdraiati sul morbido ed è tranquillo. Siamo lontani dal rumore della città e il contadino è stato davvero gentile”.
Anche l’asino si sdraia sulla paglia e tutti e tre, stanchi delle fatiche e del lungo viaggio, si addormentano profondamente. Proprio questa notte nascerà Gesù.

lunedì 17 dicembre 2018

CALENDARIO DELL'AVVENTO CON MARIA: 17 DICEMBRE




17 – PREPARATIVI
Intanto è giunto l’inverno. E’ iniziato il periodo delle piogge. Le nuvole ricoprono il cielo come una mandria di piccoli asini grigi. Maria raccoglie dal tetto di casa gli ultimi fichi, che erano stati messi là a seccare durante l’autunno. E’ sempre sorpresa dagli acquazzoni.
Dal tetto scorge sua mamma Anna che sta giungendo da lei. Raccoglie in fretta i fichi, scende la scala di corsa e le va incontro. La mamma è venuta ad aiutare Maria nei preparativi per il lungo viaggio.
Maria deve andare a Betlemme insieme a Giuseppe. I governatori romani hanno infatti stabilito che tutti gli uomini e le loro famiglie devono recarsi nella città in cui sono nati. Tutto questo si chiama censimento.
I Romani volevano sapere quanti fossero gli Ebrei per calcolare i tributi che ognuno doveva pagare. Nessuna persona che può pagare tributi deve essere dimenticata. Quindi Giuseppe deve andare a Betlemme, perché è nato là.
Anna porta pane fresco, olive e formaggio. Ora le donne preparano ciò che è importante per il viaggio. Non può essere molto, perché l’asino deve portare sulla groppa prima di tutto Maria con il bambino.
Anna ricorda a Maria: “Devi assolutamente portare fasce e una coperta per il bambino, può venire al mondo anche durante il viaggio!”. Così Maria va a prendere le fasce, la coperta e mantelli per lei e per Giuseppe e un copricapo caldo. Preparano acqua, frutta e le cose che Anna ha portato con sé.
Poi vanno alla stalla e danno da mangiare e da bere all’asino. “Domani devi essere forte”, dice Anna all’asino. “Il viaggio è lungo e Maria non riesce più a camminare tanto a piedi”. L’asino la guarda come se capisse tutto.
Mamma Anna è preoccupata e Maria se ne accorge. “Forse il bambino aspetterà che torniamo a casa, così tu potrai essermi vicina quando nascerà”, cerca di tranquillizzarla Maria. “Si, sarebbe bello”, dice la mamma. “Dio benedica te, il bambino e Giuseppe, e tornate a casa sani e salvi!”. Così Anna saluta Maria.
Fuori è già ricominciato a piovere. Anna si bagnerà. Ma non le importa, perché le piace la pioggia. Nessuno in Israele si lamenta per lo scuro tempo piovoso, perché tutti sanno quanto è importante la pioggia per la terra.
“Buon viaggio!”, augura ancora Anna e corre verso casa sotto la pioggia.

domenica 16 dicembre 2018

CALENDARIO DELL'AVVENTO CON MARIA: 16 DICEMBRE



16 – MARIA E LA FESTA DELLE CAPANNE

Sta arrivando l’autunno in Galilea. E’ giunto il tempo della vendemmia. I fichi sono dolci e i grappoli d’uva pendono maturi e succosi dalle viti.
Adesso viene celebrata una festa in tutto Israele, la festa delle capanne. Si costruiscono capanne di frasche, rami verdi e grosse foglie. Le capanne sono così spaziose che al loro interno si può anche mangiare e dormire. Vengono costruite in ringraziamento per la vendemmia. Inoltre le capanne devono ricordare il tempo in cui il popolo di Israele trascorse molti anni nel deserto. Mosè condusse allora il popolo fuori dall’Egitto verso una nuova patria.
Maria è invitata da una famiglia con bambini. Celebra con loro la festa delle capanne. I bambini sono contenti, perché Maria conosce tanti giochi e sa presentare bei racconti. Deve sempre raccontare ai bambini una nuova storia e farsi venire in mente qualcosa di appassionante o di buffo.
Maria racconta e costruisce piccoli oggetti con la paglia: piccoli tappeti, cestini, stelline e fiori. Dopo un po’ anche i bambini vogliono intrecciare cestini. Presto arriveranno anche altri bambini del vicinato. Vengono così costruiti tanti cestini. Molti sono un po’ sbilenchi.
Maria vede che ogni bambino è felice del suo lavoro. Ora i cestini vengono riempiti. Alcuni bambini vi mettono belle pietre variopinte, altri chiocciole, molti li riempiono di foglie, frutti o noci.
La piccola Rut va a prendere la sua bambola di legno e un ritaglio di stoffa. Fa un vestitino alla sua bambola e la mette nel cestino, poi va da Maria per mostrargliela: “Adesso hai un bel letto per la tua bambola!”, dice Maria. Rut replica: “Anche tu avrai presto bisogno di un lettino per il tuo bimbo”. “Si”, riprende, “Giuseppe ne ha già costruito uno di legno”.
La sera tutti cantano e ballano allegramente intorno alle capanne. Maria è molto felice.

sabato 15 dicembre 2018

CALENDARIO DELL'AVVENTO CON MARIA: 15 DICEMBRE



15 – MARIA E GIUSEPPE PARLANO DI MOSE’

E’ una bella serata. Maria e Giuseppe sono seduti nel cortile e ascoltano il canto delle cicale. Nel cielo brillano molte stelle. Maria assume un’espressione triste.
“Che cosa hai?”, le chiede Giuseppe. “Conosci i racconti di Mosè?”, chiede di rimando Maria. “Naturalmente”, risponde Giuseppe, “ha condotto il nostro popolo fuori dall’Egitto verso la terra promessa”. “Si, ma io ho pensato proprio alla sua nascita e a cosa accadde dopo. A quel tempo, in cui gli Israeliti erano schiavi in Egitto, il faraone d’Egitto ordinò che tutti i neonati maschi fossero gettati nel Nilo, perché non voleva che gli Israeliti avessero una discendenza. A quel tempo venne al mondo anche Mosè, e sua madre, che voleva salvarlo dagli Egiziani, lo nascose. E quando non potè più nasconderlo, mise il piccolo in un cesto di canne e lo affidò alle acque del Nilo, sperando che qualcuno lo trovasse e lo accogliesse. Per fortuna fu trovato dalla figlia del faraone. Il bambino le fece pena, e si prese cura di lui con sollecitudine, anche se era un bambino ebreo. Gli diede il nome di Mosè. Mosè crebbe nel palazzo del faraone. Sapeva però che apparteneva al popolo israelita, e che gli Egiziani affliggevano e umiliavano il suo popolo. Ma quando protestò per questo e si impegnò al servizio del suo popolo, dovette fuggire e nascondersi. Sebbene Dio lo avesse designato come guida degli Israeliti, fu perseguitato. E adesso mi chiedo che cosa succederà al mio bambino. L’angelo Gabriele mi ha detto che nostro figlio si impegnerà per il nostro popolo, e in generale per tutti gli uomini. I Romani e il re Erode gli daranno subito la caccia!”.
Giuseppe lascia passare un po’ di tempo, e si sentono di nuovo cantare le cicale. Poi risponde: “Non rattristarti più! L’angelo ha anche detto che alla fine tutto andrà bene.
E finchè il nostro bambino sarà grande, noi due ci prenderemo cura di lui. Quindi non gli può accadere nulla”.

venerdì 14 dicembre 2018

CALENDARIO DELL'AVVENTO CON MARIA: 14 DICEMBRE



14 – MARIA E GIUSEPPE LEGGONO IL LIBRO DI ISAIA

Vi sono persone a cui piace leggere e che si interessano alle Sacre Scritture. Maria e Giuseppe conoscono queste Scritture. Hanno imparato a conoscerle dai loro genitori.
E’ già sera tardi. Giuseppe accende una lampada a olio e la mette sul tavolo. Poi prende il rotolo del libro di Isaia. I testi sono scritti su lunghi rotoli di carta. Giuseppe svolge con cura il rotolo e inizia a leggere ad alta voce per Maria.
Isaia, che ha scritto il libro, era un profeta, cioè una persona che ha parlato a nome di Dio e che ripete a tutti le parole di Dio.
Ai tempi di Isaia, il popolo d’Israele viveva una situazione difficile. Nel territorio vi erano re stranieri che li opprimevano. Gli Israeliti dovevano lavorare duramente e consegnare ai re stranieri quasi tutto quello che ne ricavavano: cereali, vino, olio e soprattutto denaro. A loro rimaneva a stento di che vivere. Piangevano e si lamentavano: “Dio, perché ci hai lasciati soli? Ci hai dimenticati?”.
Allora Dio chiamò Isaia e lo mandò a dire a quelle persone: “Dio non vi ha affatto dimenticati! Vede che la vostra situazione è pensosa e che dovete soffrire molto. Vi manderà un Salvatore che vi libererà dal vostro affanno. Sarà un re assolutamente diverso da tutti quelli di cui avete fatto esperienza finora. Verrà come un bambino e siederà sul trono di Davide!”.
Giuseppe mette a posto il rotolo, guarda Maria che è stupita e le dice: “Maria, hai sentito, è quasi come se il bambino annunciato da Isaia fosse lo stesso bambino che aspettiamo noi”. Anche Maria ha pensato la stessa cosa.
Entrambi improvvisamente comprendono che sta accadendo qualcosa di grande, e che proprio loro due, Maria e Giuseppe, sono coinvolti in questo avvenimento annunciato tanto tempo prima.
Maria e Giuseppe restano seduti a lungo l’uno di fronte all’altra, e Giuseppe tiene la mano di Maria. Le parole dei profeti incutono loro un po’ di timore, poiché non sanno come accadrà tutto quello e quale sarà il loro futuro.