7 – MARIA E L’ASINO
Maria
sta spazzando foglie secche e paglia nel cortile. Tutto a un tratto sente un forte raglio e un’imprecazione. Si volta e si affaccia sulla strada. Là vede un asinello dal mantello
ispido, che trema sotto i colpi del suo padrone, un mercante.
Il mercante grida: “Stupida bestia cocciuta, ti
romperò le ossa”. Ma l’asino,
carico di grossi pesi, non si muove di un passo. Proprio accanto a lui c’è una bella pianta di cardo. L’asino ha
già camminato tanto e ha molta fame.
Maria
lascia cadere la scopa e si avvicina all’asino. Le fa molta pena. Il mercante continua a inveire contro
l’asino. Ma l’asino allunga il collo
verso il cardo. I suoi fiori lilla hanno un aspetto invitante…
Maria si avvicina
allora al mercante, si mette le mani sui fianchi e inizia a prendere le difese
dell’asino: “Non vede che è tanto stanco e ha bisogno di riposarsi un po’? Ha un
carico molto pesante e oggi ha già corso tanto!”, mentre all’asino dice: “Povero asinello grigio, sgranocchieresti
volentieri il cardo, non è vero?”. “Non sono affari tuoi, è il mio asino!”, la
apostrofa il mercante.
Papà Gioacchino,
che come Maria ha sentito il raglio dell’asino, esce in strada e va a mettersi
dietro a Maria. “Ah, questa ragazzina impertinente è sua figlia!”, continua a
sbraitare il mercante. Ma Gioacchino
accoglie lo straniero molto cordialmente.
Gli chiede quale sia il problema.
Maria
non riesce a trattenersi e sbotta: “Quest’uomo è cattivo con il suo asino.
Guarda quella povera bestia quasi non riesce a muoversi sotto il sole”.
Papà Gioacchino dice al mercante: “La
cosa migliore sarebbe fare una piccola sosta in cortile da noi, sotto un
albero”.
Nel frattempo l’asino è
infine riuscito a prendere il cardo e si è ristorato. Adesso potrebbe anche
riprendere il cammino. Il mercante è
però d’accordo con la proposta di Gioacchino e si incammina con lui e Maria.
All’asino vengono dati acqua fresca e
fieno, e il mercante si siede all’ombra del melograno. Mamma Anna porta una brocca d’acqua e una focaccia. Gli uomini
conversano. Maria va vicino all’asino, che mangia contento il fieno, e
accarezza il suo mantello ispido. Capisce che all’asino fa piacere.
Papà
Gioacchino trova che l’asino del mercante è veramente troppo piccolo e debole
per lavorare. “A Gerusalemme può comprare
un asino più grande e più forte a un prezzo conveniente”, gli dice. E
quando comprende che l’asino ha già conquistato il cuore di Maria, Gioacchino
fa una proposta al mercante: Quanto vuole per il suo asino? Quando
crescerà, potrà essere utile a mia figlia Maria!”.
Il mercante è d’accordo. Per le sue merci pesanti ha veramente bisogno
di un asino più forte.
Maria esce dalla
casetta piena di gioia. Batte le mani con entusiasmo e saltella intorno
all’asino e a papà Gioacchino.
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