23 – I PASTORI E L’ANGELO
Infine tutti i pastori vanno nella
stalla a dormire. Stanotte veglia
Simone. Bada che il fuoco non si
spenga. Si siede su una pelle di
pecora e osserva il cielo. Il vento
spazza via in fretta le nubi. Tra le nubi si vedono sempre più stelle. Le
riconosce chiare e distinte.
E’ una
notte meravigliosa, una notte speciale, pensa Simone. A un tratto non sente più freddo. E’ come se le stelle lo scaldassero con la loro luce.
Simone pensa: “Tutti i pastori devono
farne esperienza. Devo svegliarli!”. E nel bel mezzo della notte suona un
motivo allegro con il suo flauto per svegliare i pastori. “Simone, perché ci svegli nel mezzo della notte? Vogliamo dormire!”, brontolano
i pastori. “Dovete venire a vedere”, esclama
emozionato Simone, “la notte è straordinaria,
è proprio meravigliosa!”.
Mentre tutti procedono insonnoliti all’aperto,
ben imbacuccati nelle loro pellicce di pecora, improvvisamente diventa chiaro
come il giorno. I pastori si spaventano. Hanno paura. Si stringono nel loro
mantelli e nelle loro pellicce, alcuni cadono a terra.
Sentono una voce che
esclama: “Non abbiate paura, pastori. Vi annuncio una grande gioia! E’ nato il re di tutto il mondo, in una
stalla. Andate in fretta a Betlemme! Là troverete un neonato avvolto in
fasce. Rallegratevi! La pace sia con
voi e con tutti gli uomini!”.
I pastori non sanno più se sono svegli o
sognano, o se li ha colpiti un fulmine dal cielo. Restano a lungo a bocca
aperta, meravigliati.
Il pastore anziano ritrova per primo la parola: “Conosco questa storia. L’ho sentita
raccontare da mio padre, che a sua volta l’aveva appresa dal suo: la stella e
il bambino che salverà il mondo. Viviamo oggi la notte santa e benedetta. Sì, è
così! Venite, andiamo a Betlemme e
cerchiamo il bambino. Dobbiamo seguire la stella”.
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