24 – IL BAMBINO CHE E’ NATO NELLA NOTTE
La stella brilla sulla stalla di
Betlemme. E’ notte. Il bambino è
nato. Gesù, il Salvatore del mondo,
è venuto al mondo.
Maria avvolge il bambino nelle fasce che fortunatamente ha
portato con sé e lo mette nella mangiatoia.
Giuseppe l’ha trovata in un angolo della stalla; l’ha pulita e riempita di
paglia fresca. Così il bambino ha un
posto semplice ma comodo in cui stare.
Giuseppe
sospira e pensa: “Avevo immaginato diversamente la nascita di questo bambino, ma si deve
sempre fare quel che Dio vuole”. Il bambino guarda Giuseppe con i suoi
occhioni, come se volesse dire: “Non preoccuparti, Giuseppe, è andato tutto
bene. Vengo da Dio. Egli mi proteggerà”.
Maria è felice per il bambino. E’ sano e forte. Anche lei si sente molto
bene. Prima di tutto è sollevata per aver superato bene il parto. La stalla è calda e accogliente. L’asino segue tutto quello che accade
con uno sguardo curioso. Guarda
sempre nella mangiatoia. Non vuole lasciarsi sfuggire nulla.
Questa notte non si dorme più molto. Non passa molto tempo, che Maria e
Giuseppe sentono un trambusto provenire da fuori. Si sente un calpestio di piedi e un mormorio. Sono i pastori. Bussano
piano alla porta della stalla e chiedono:
“E’ qui il bambino che è appena
venuto al mondo?”.
Giuseppe
prende la lampada a olio e apre la porta.
“Si”, risponde, “il bambino che è nato stanotte è qui.
Entrate a vederlo!”. I pastori
scuotono la neve dalle loro scarpe pesanti e dalle loro spalle ed entrano con
cautela nella stalla. Il bambino
apre gli occhi e li guarda.
Si, è un
bambino tutto speciale. I pastori se
ne rendono conto e si sentono interpellati da quello sguardo. Simone tira fuori il flauto dalla
tasca e suona la melodia più bella che conosce. Giacobbe regala a Maria la sua pelliccia di pecora. “Per
il bambino”, le dice piano.
Anche
gli altri pastori hanno portato qualcosa da regalare al bambino: formaggio,
focacce, miele, fichi secchi e datteri. I
pastori sono poveri, queste cose hanno per loro un grande valore.
Il sole
inizia a sorgere quando i pastori se ne vanno, dopo aver fatto tanti auguri al
bambino e ai suoi genitori, Giuseppe e Maria.
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