Sulle
colline della Galilea, in Israele, si trova un grazioso villaggio.
Una rondine vola qua e là sulle case
del villaggio e porta una buona notizia.
Quando le chiedete: “Che villaggio è quello là sulle colline?”, essa
risponde: “E’ Nazareth, non lo sai?”.
Nazareth. E’ un bel nome. Vuol dire “sorgente”. C’è sempre stata una sorgente a
Nazareth. Per questo le persone vi sono andate e hanno costruito case. Sapevano
che avrebbero potuto vivere solo dove c’è acqua.
L’acqua è molto preziosa in Israele. Il clima è caldo, e perciò la
terra è secca. Vi sono vaste zone desertiche, senza acqua e senza piante.
Potete chiedere alla rondine: “Conosci anche le persone che abitano a Nazareth?”.
E la rondine risponderà: “Naturalmente.
Conosco bene soprattutto una famiglia. Infatti ho costruito il mio nido nella
sua casa. Puoi riconoscere facilmente
quella casa. Nel cortile c’è il melograno. Non sai com’è? E’ un albero
che dà le melagrane, frutti rosa-rossi con una coroncina in cima. Nella casa dietro a questo albero abita la
piccola Maria”.
Maria ha circa quattro anni. Ha lunghe trecce nere e occhi
scuri. Gioca a nascondino con sua mamma
Anna. Intorno alla sua casa crescono molte viti da cui pendono grappoli d’uva. Un
bel posto, per giocare a nascondino. E’ bello, quando mamma Anna ha tempo per
giocare.
Spesso mamma e figlia si siedono sui gradini della scala. E mamma Anna
racconta una storia. Maria impara anche un poco a leggere e a scrivere sotto la
guida della mamma.
Maria non va all’asilo, né a scuola, perché a quei tempi non
ce n’erano. Impara dai genitori tutto ciò che occorre per la vita. E si tratta
di molte cose, dal momento che non c’è la possibilità di andare al supermercato
e di comperare già pronto tutto ciò di cui si ha bisogno.
A Nazareth, in
realtà, un mercato esiste, ma vi si trovano solo i prodotti che non si possono
realizzare per conto proprio o che non si ha tempo di fabbricare. Per questo
gli abitanti di Nazareth fanno tutto da
soli.
Da mamma Anna, Maria impara a cuocere il pane, a spennare i polli, a
cucinare, a tessere, a cucire, a lavare e a non sprecare nulla. Dal papà, che
si chiama Gioacchino, impara come si provvede alla casa, ad aver cura degli
animali, a badare alle pecore e a trattare con i venditori. Queste sono le cose
che Maria dovrà sapere quando sarà grande.
Il lavoro che una famiglia non può
svolgere da sola viene compiuto insieme dagli abitanti di Nazareth: la
mietitura, la raccolta delle olive e la vendemmia.
Maria
non si annoia mai. Ha però sempre tempo per giocare con i suoi genitori o con i
numerosi animali che vivono nel cortile.
Proprio adesso papà Gioacchino torna a
casa portando una brocca d’olio. Maria corre a precipizio incontro al papà, che
rischia di rovesciare l’olio. “Oplà,
oplà, piccola signorina. Mi fai cadere”, ride Gioacchino.
Maria vuole molto bene ai suoi
genitori,
e i suoi genitori amano la loro allegra
Maria.
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