E' passato un bel po' di tempo dall'ultimo post sulla musica popolare siciliana...ed ora ritorno con un altro brano davvero molto bello e molto romantico.
...E vui durmiti ancora!
E' il titolo di una poesia siciliana del 1910 di Giovanni Formisano e poi musicata da Gaetano Emanuel Calì.
La prima incisione del brano musicale (detto mattutina, che così si distingue dalla serenata notturna) è del 1927.
Nel 1910 il Calì lesse i versi del suo concittadino, mentre era di ritorno da un viaggio di lavoro a Malta. La bellezza del testo lo colpì al punto che nella sola durata del viaggio - una notte - ne compose spinto dall'ispirazione lo spartito per musicarlo. Ma questo rimase solo un progetto personale fino al 1927 quando venne incisa a Firenze, presso lo studio fonico Mignani, dove l'Autore incise buona parte dei suoi lavori.
Nel 1910 il Calì lesse i versi del suo concittadino, mentre era di ritorno da un viaggio di lavoro a Malta. La bellezza del testo lo colpì al punto che nella sola durata del viaggio - una notte - ne compose spinto dall'ispirazione lo spartito per musicarlo. Ma questo rimase solo un progetto personale fino al 1927 quando venne incisa a Firenze, presso lo studio fonico Mignani, dove l'Autore incise buona parte dei suoi lavori.
Originariamente venne composta per pianoforte, ma lo spartito fu adattato per mandolino dallo stesso Calì.
Si dice che il brano non ebbe molto successo alla sua prima presentazione, ma una sera, molto tempo dopo la sua prima esecuzione, al Teatro Sangiorgi di Catania, il soprano Tecla Scarano chiese al musicista (che in quel tempo era il direttore artistico dello stesso teatro) di poter cantare un pezzo di sua composizione.
Calì non era molto convinto nel presentare il brano - dati gli insuccessi precedenti - ma l'esecuzione della Scarano fu tale che il pubblico entusiasta si innamorò subito della canzone. Così si dice sia nato il mito di questa canzone.
Un altro fatto legato al brano ricorda come sul fronte della Carnia, durante la Prima guerra mondiale, in un momento di pausa un giovane soldato siciliano prese la sua chitarra e, al chiar di luna, intonò la canzone. Il silenzio che aleggiava dava voce solo alle note della mattutina. Al termine dell'esecuzione si sentirono improvvisamente le urla di apprezzamento degli austriaci, avversari sul campo, ma compagni emotivamente: non arrivavano a capirne il senso, ma rimasero incantati dalla bellezza della musica. Come a dire che la musica supera le barriere, anche in guerra.
Un altro fatto legato al brano ricorda come sul fronte della Carnia, durante la Prima guerra mondiale, in un momento di pausa un giovane soldato siciliano prese la sua chitarra e, al chiar di luna, intonò la canzone. Il silenzio che aleggiava dava voce solo alle note della mattutina. Al termine dell'esecuzione si sentirono improvvisamente le urla di apprezzamento degli austriaci, avversari sul campo, ma compagni emotivamente: non arrivavano a capirne il senso, ma rimasero incantati dalla bellezza della musica. Come a dire che la musica supera le barriere, anche in guerra.
La versione che vi propongo, di Claudio Aiello è per sola voce e chitarra molto romantica...
Se non riesci a visualizzare il video clicca qui
...ma su You Tube potete trovare anche una versione del tenore Salvo Todaro.
Per chi non parla il siciliano ecco
testo originale e la traduzione...
Lu suli è già spuntatu ni lu mari Il sole è già spuntato dal mare
e vui bidduzza mia durmiti ancora, e voi bella mia dormite ancora
l'aceddi sunnu stanchi di cantari gli uccelli sono stanchi di cantare
e affriddateddi aspettanu ccà fora, e infreddoliti aspettano qui fuori
supra 'ssu balcuneddu su' pusati sopra quel balconcino sono posati
e aspettanu quann'è cca v'affacciati e aspettano quand'è che vi affacciate
Lassati stari, non durmiti chiùi, Lasciate stare, non dormite più,
ccà 'mmenzu a iddi dintra a 'sta vanedda che in mezzo a loro dentro questa viuzza
ci sugnu puru iù ch'aspettu a vui ci sono anch'io che aspetto voi
pri vidiri 'ssa facci accussi bedda per vedere questo viso così bello
passu ccà fora tutti li nuttati passo qui fuori tutte le nottate
e aspettu puru quannu v'affacciati e aspetto solo quando vi affacciate.
e vui bidduzza mia durmiti ancora, e voi bella mia dormite ancora
l'aceddi sunnu stanchi di cantari gli uccelli sono stanchi di cantare
e affriddateddi aspettanu ccà fora, e infreddoliti aspettano qui fuori
supra 'ssu balcuneddu su' pusati sopra quel balconcino sono posati
e aspettanu quann'è cca v'affacciati e aspettano quand'è che vi affacciate
Lassati stari, non durmiti chiùi, Lasciate stare, non dormite più,
ccà 'mmenzu a iddi dintra a 'sta vanedda che in mezzo a loro dentro questa viuzza
ci sugnu puru iù ch'aspettu a vui ci sono anch'io che aspetto voi
pri vidiri 'ssa facci accussi bedda per vedere questo viso così bello
passu ccà fora tutti li nuttati passo qui fuori tutte le nottate
e aspettu puru quannu v'affacciati e aspetto solo quando vi affacciate.
La parte che segue è stata aggiunta successivamente
Li ciuri senza vui nun ponnu stari I fiori senza voi non possono stare
su tutti cu' li testi a pinnuluni, sono tutti con le teste a penzoloni
ognunu d'iddi nun voli sbucciari ognuno di loro non vuole sbocciare
si prima non si grapi 'ssu balcuni, se prima non si apre quel balcone
dintra li buttuneddi su' ammucciati dentro i boccioli sono nascosti
e aspettanu quann'è ca v'affacciati e aspettano quand'è che vi affacciate
su tutti cu' li testi a pinnuluni, sono tutti con le teste a penzoloni
ognunu d'iddi nun voli sbucciari ognuno di loro non vuole sbocciare
si prima non si grapi 'ssu balcuni, se prima non si apre quel balcone
dintra li buttuneddi su' ammucciati dentro i boccioli sono nascosti
e aspettanu quann'è ca v'affacciati e aspettano quand'è che vi affacciate
Questa canzone viene ancora oggi usata per le serenate d'amore che per un periodo avevano perso importanza ma che ultimamente i giovani hanno ripreso a rivalutare.
Il mio "fidanzato" la vigilia del nostro matrimonio si presentò sotto il mio balcone con tutti gli amici e i parenti e mi dedicò questa canzone tra l'emozione dei presenti con la sua inseparabile fisarmonica e un mazzo...di GIRASOLI!!!
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