uno strumento della Tua Pace:
Dove è odio, fa che io porti l'Amore,
Dove è offesa, ch'io porti il Perdono,
Dove è discordia, ch'io porti l'Unione,
Dove è dubbio, ch'io porti la Fede,
Dove è errore, ch'io porti la Verità,
Dove è disperazione, ch'io porti la Speranza,
Dove è tristezza, ch'io porti la Gioia,
Dove sono le tenebre, ch'io porti la Luce.
Maestro, fa che io non cerchi tanto
Ad esser consolato, quanto a consolare;
Ad essere compreso, quanto a comprendere;
Ad essere amato, quanto ad amare.
Poiché, così è: Dando, che si riceve;
Perdonando, che si è perdonati;
Morendo, che si risuscita a Vita Eterna.
(San Francesco)
Qualche curiosità...
Una piccola ma pregnante pubblicazione di Christian Renoux fa luce su uno scritto che tanto è diffuso.
Renoux cerca di risalire al momento in cui è apparsa tale preghiera: essa compare per la prima volta nel numero di dicembre 1912 de La Clochette, una piccola rivista, espressione della Ligue de la Sainte-Messe, una pia associazione avente come finalità la diffusione della partecipazione alla Messa, soprattutto domenicale, tra i cattolici. Il fondatore di tale associazione fu un sacerdote della Normandia, Esther Auguste Bouquerel (1855-1923) il quale, in qualità di redattore de La Clochette, nel dicembre del 1912 pubblicò la nostra preghiera sulla medesima rivista definendola una Belle prière à faire pendant la Messe, probabilmente composta da lui stesso.
La preghiera «Signore, fa' di me uno strumento della tua pace» è stata portata nel 1912 alla conoscenza di 8.000 abbonati a La Clochette, tra i quali c’era il canonico Louis Boissey (1859-1932), anche lui appassionato alla preghiera per la pace ed editore di un bollettino, gli Annales de Notre-Dame de la Paix. Proprio in questo bollettino nel gennaio del 1913 pubblicò la preghiera stampata già nel 1912 da Bouquerel, lasciando invariato il titolo, Belle prière à faire pendant la messe, e indicandone l’origine, cioè La Clochette. Tramite questa seconda diffusione la preghiera viene conosciuta dal marchese della Normandia, Stanislas de la Rochethulon et Grente, presidente del Souvenir Normand, un’associazione che vantava tra l’altro legami con il Vaticano.
Proprio grazie a questi legami nel dicembre 1915 il marchese Stanislas de La Rochethulon inviò al Segretario di Stato vaticano, il cardinal Gasparri, una serie di preghiere per la pace da trasmettere al papa. Il 24 gennaio 1916 il cardinale rispose al marchese sottolineando l’interesse del papa soprattutto per le toccanti invocazioni al Sacro Cuore, in effetti consistenti nientemeno che nella Belle prière à faire pendant la messe con alcune varianti. Il 20 gennaio 1916 l’Osservatore Romano pubblicò la preghiera, con una traduzione italiana, preceduta dal titolo Le preghiere del «Souvenir Normand» per la pace, nella quale vennero introdotte altre varianti rispetto all’originale del 1912. Mediante l’Osservatore Romano la nostra preghiera ottiene una grande diffusione e viene ripresa da La Croix che la pubblica il 28 gennaio 1916. L’interesse per questa preghiera crebbe e monsignor Alexandre Pons la pubblicò assieme a una sua conferenza definendola «une prière très ancienne».
Christian Renoux affronta il problema dell’attribuzione a san Francesco. Tutto cominciò quando il cappuccino Étienne Benôit da Parigi pubblicò la preghiera dietro a una immaginetta intitolandola Prière pour la paix; la pubblicò dopo il 1916, probabilmente dopo il 1918, dietro a un'immagine raffigurante san Francesco che sorregge la regola del Terz’Ordine. Nella stessa immaginetta viene scritto che questa preghiera riassume meravigliosamente la fisionomia esteriore del vero seguace di san Francesco. Ciò non meraviglia se si considera che proprio in quel tempo sempre più Francesco e Assisi diventavano simbolo di pace.
Nel 1945 la chiesa di Ginevra diffonde una nuova liturgia con al termine un’appendice di preghiere ecumeniche tra cui compare per il Medio Evo la nostra preghiera definita del XIII secolo e opera di Francesco d’Assisi.
Negli Stati Uniti e nel Canada conobbe una diffusione enorme, e alcuni francescani canadesi affermano che sarebbe stata letta nel 1945 al momento della conferenza di San Francisco da cui nacque l’ONU. Il primo febbraio 1946 il senatore Hawkes la presentò al Senato di Washington definendola come una «preghiera di san Francesco» e precisando che fu scritta nel 1226. Ormai tutti i testi attribuiscono tale preghiera a san Francesco e nel 1952 il pellegrinaggio di Pax Christi a Roma e Assisi adotta tale preghiera. Dagli anni cinquanta le edizioni francescane e DACA in Assisi iniziano a diffondere la nostra preghiera in varie lingue sulle cartoline e in questo modo si è letteralmente sparsa in tutto il mondo, senza che i francescani fossero allarmati da questa falsa attribuzione a san Francesco d’Assisi.
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