18 – IN VIAGGIO VERSO BETLEMME
Maria, Giuseppe e l’asino si sono messi in
viaggio verso Betlemme. Fitte nuvole oscurano il cielo. Adesso fanno una sosta sotto un fico. Ricomincia a piovere. Si riparano sotto il tetto di
foglie.
Maria e Giuseppe mangiano le olive, il formaggio e il pane che hanno
portato da casa. L’asino mangia l’erba fresca che è cresciuta intorno
all’albero. “Betlemme è ancora lontana?”,
chiese Maria. “Ci vuole ancora un bel
pezzo”, risponde Giuseppe, “ma entro stasera
ci fermeremo”.
Maria gradirebbe moltissimo un letto in cui riposare. E’
stanca e avverte che non manca molto alla nascita del suo bambino. Per questo
suggerisce di proseguire. La pioggia e il vento rendono il cammino faticoso. L’asino
procede ancora sempre con costanza, sebbene abbia portato Maria già per un
lungo tratto.
Infine vedono Betlemme, che si trova tra i campi. Lungo la strada incontrano alche altri
viaggiatori, diretti come loro a Betlemme. La stessa Betlemme è affollata:
persone, mercanti e viaggiatori che come Giuseppe sono venuti per il
censimento, si accalcano per le strade. Soprattutto i cammelli carichi di pesi
emettono i loro versi e ostacolano il cammino.
Giuseppe conduce l’asino su cui
è seduta Maria dietro a un cammello. Infine giungono a una fonte, dove vengono
abbeverati gli animali e dove anche le persone placano la sete.
Qualcuno offre
a Maria una brocca piena d’acqua, ed ella beve abbondantemente. Anche Giuseppe
beve, e gocce d’acqua scorrono sulla sua barba nera. Guarda Maria sorridendo:
finalmente sono giunti alla meta, a Betlemme.
Ma presto iniziano le difficoltà.
Tutti i forestieri hanno bisogno di un letto per dormire. Gli albergatori si
rallegrano per i buoni affari. Chi può pagare bene riesce a trovare un letto.
Chi ha poco denaro e non può pagare molto, deve cercare una sistemazione.
Giuseppe
si dà molto da fare per cercare un alloggio. Purtroppo non ha la fortuna di
trovare un vero letto, ma un uomo cordiale ha un’idea: “So di una stalla che appartiene a un contadino gentile, fuori città.
Là potrete riposarvi. Vi conduco io”, dice l’uomo.
Giuseppe si rivolge a
Maria con aria interrogativa. Maria annuisce e risponde subito: “Grazie, veniamo volentieri”. Così si
recano insieme alla stalla.
Il contadino al quale appartiene la stalla guarda
Maria ed è subito d’accordo. Sistema molta paglia asciutta a terra. Giuseppe
stende una stuoia e Maria, che è sfinita, vi si adagia subito. Giuseppe si
occupa anche dell’asino e poi si sdraia sulla paglia accanto a Maria.
Con un
po’ di tristezza le dice: “Non siamo
certo ricchi”. Maria replica, già mezzo addormentata: “Qui è un bel posto. Siamo all’asciutto,
sdraiati sul morbido ed è tranquillo. Siamo lontani dal rumore della città e il contadino è stato davvero gentile”.
Anche l’asino si sdraia sulla paglia e tutti e tre, stanchi delle fatiche e del
lungo viaggio, si addormentano profondamente. Proprio questa notte nascerà Gesù.